11 de fevereiro de 2009

[SLP-Corriere] Programma di Napoli‏



Presentazione del tema

La sessualità è il basso continuo sul quale la psicoanalisi ha impostato i propri temi conduttori: l’etiologia sessuale della nevrosi è stato il punto di partenza di Freud, la sessualità infantile è stata la rivelazione di un continente sommerso, la sessualità femminile è stato il grande enigma.
L’impatto della dottrina freudiana certamente è stato uno dei fattori decisivi per dare impulso a quella rivoluzione sessuale, avviata a partire dalla seconda metà del secolo scorso, che ha costituito uno dei maggiori rivolgimenti sociali contemporanei. Possiamo dire senza esagerare che dopo la rivoluzione sessuale il nostro modo di vivere è cambiato radicalmente.
L’impossibilità del rapporto sessuale e i rapporti possibili con la sessualità.
Apparentemente ora la psicoanalisi potrebbe aver raggiunto i propri obiettivi: la pressione sociale sulla sessualità è ridotta, il comune senso del pudore è diventato molto più tollerante, l’omosessualità non è più condannata e L’ultimo tango a Parigi non sconvolgerebbe più neppure un adolescente. Dovrebbero essere le premesse necessarie per ridurre l’impatto delle nevrosi, le quali trovano il migliore alimento nelle complicazioni della vita sessuale.
E tuttavia continuiamo a vedere nevrotici, i sintomi si reinventano ogni giorno in forme nuove, la vita erotica che i nostri pazienti ci raccontano rimane fonte di difficoltà nella stessa misura che all’epoca vittoriana in cui Freud ha dato vita alle sue scoperte.
Un desiderio appassionato e torrido può risolversi, oggi come ieri, nel più clamoroso fiasco stendhaliano; l’oggetto di spasmodiche brame perde ogni interesse una volta raggiunto; le relazioni clandestine vengono completamente disinvestite una volta ufficializzate; i cortocircuiti e le cadute del desiderio non sono in nulla attenuati da un contesto socialmente più permissivo. Già cominciamo a vedere pazienti che avendo fatto ricorso al garante farmacologico dell’efficienza erettile, si accorgono che il desiderio non risponde semplicemente agli automatismi della biochimica.
Sul piano sociale la vita sessuale è completamente cambiata, ma le difficoltà con il sesso rimangono.
Abbiamo davanti agli occhi i mutamenti della nostra epoca: il sesso è liberalizzato, ma non per questo è vissuto più liberamente; è banalizzato, e quindi la spinta erotica si avvita in uno smorzamento che la psichiatria ha diagnosticato come ”calo del desiderio”; si è mercificato in una misura senza precedenti, e la sua disponibilità lo porta in circuiti solipsistici alla ricerca frustrante di un godimento senza desiderio.
Dobbiamo uscire dall’immaginario della liberazione sessuale per prendere le misure di quel che Lacan ci mette di fronte come punto limite in cui tocchiamo il reale: non c’è rapporto sessuale.
I teorici della rivoluzione sessuale, fraintendendo Freud, avevano sviluppato una visione ingenua della sessualità come di un ente naturale e positivo, che una volta liberato dalle costrizioni sociali avrebbe potuto esprimersi liberamente e creativamente.
La legge sessuale oggi. Nuovi oggetti e miti contemporanei
Lacan, con la tesi d’inesistenza, ci apre gli occhi sul fatto che il rapporto con la sessualità costituisce il crocevia di una difficoltà che nessun progresso sociale o tecnologico può contribuire a superare.
Sarà dunque interessante per il nostro Convegno mostrare, attraverso i casi clinici, il modo in cui la tecnologia incide sulla sessualità.
La fantasia degli scienziati in questo senso è sbrigliata: David Levy, apprezzato ricercatore sull’Intelligenza Artificiale presso l’Università di Maastricht, in Olanda, prospetta una società in cui Robots-prostitute/i saranno disponibili per soddisfare ogni capriccio erotico maschile o femminile. Si cerca di realizzare il sogno di Blade Runner, parto della fantasia di Philip K. Dick ma, più in là nel tempo, di Pigmalione: un partner fatto con le proprie mani, che corrisponda perfettamente all’oggetto a del fantasma. Ce n’è un’eco anche nelle fiabe italiane raccolte da Calvino, e di una fiaba si tratta, anche se la tecnocrazia contemporanea la presenta come una promessa realistica.
Ma sarà anche interessante vedere come il soggetto cerca di rimediare all’assenza di rapporto sessuale con quel che Jacques-Alain Miller ha chiamato “apparati di controsolitudine”. Dove il rapporto con un partner-sintomo inciampa nelle cadute del desiderio, il circolo del bridge, la gang urbana, il club inglese, la tribù metropolitana, il circolo ufficiali, il cenacolo intellettuale, il team del fitness club sono le innumerevoli costruzioni possibili per reagire al radicale irreversibile disinserimento dell’essere parlante.
La realtà sessuale dell’inconscio all’epoca di Internet
La psicoanalisi va nel senso opposto: nella misura in cui cerca l’assoluta singolarità del soggetto contrasta l’idea dell’appartenenza in cui la realtà sessuale dell’inconscio viene disattivata.
Nel Seminario XI Lacan dice come il transfert sia ciò che mette in atto la realtà sessuale dell’inconscio.
Credo si tratti allora di esplorare attraverso la clinica questo binario attivazione/disattivazione per vedere come, nell’epoca di Internet, in barba a tutti gli automatismi, ai meccanicismi, ai tecnologismi promossi e fatti sognare dallo scientismo utilitarista contemporaneo per inventare un godimento che addormenti il desiderio, la psicoanalisi attivi il soggetto proprio nel punto critico dell’inesitenza del rapporto sessuale per far sì che possa, attraverso questo, trovare una soluzione che non lo sprofondi in un sonnolento conformismo.

Marco Focchi


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