DIARIO DELLE GIORNATE DI TORINO #2
Cosa vuol dire essere dalla parte dell’inconscio?
Rifiutarsi di incarnare l’autorità, farsene il sembiante indicandone il vuoto di sapere, che non c’è sapere su come rispondere da padrone alla tirannia del godimento. Oggi il sapere che fa da padrone è un sapere oggettificato e feticizzato, è il padrone anonimo che impone ai nostri dire di non essere equivoci ma sloganistici. Mentre, al contrario, dalla parte dell’inconscio vuol dire, come ricordava l’attuale presidente dell’AMP, Leonardo Gorostiza, enunciazione demassificante, anche per l’insieme Scuola. Prospettiva che imprime una direzione ben precisa al nostro prossimo Convegno di Torino, chiamato a far interagire in modo nuovo le enunciazioni di ciascuno proprio in quanto orientate dall’esperienza dell’inconscio.
L’inconscio infatti è decostruzione della costrizione e del mondo coercitivo delle regole impersonato dal “tutti”, che è oggi all’origine di non pochi paradossi della legalità come quello delle ronde per la sicurezza del chiunque.
Dalla parte dell’inconscio vuol dire, pur standogli di fronte, leggerlo e abitarlo, psicoanalisti psicoanalizzanti al contempo, vuol dire far esistere l’inconscio laddove è voler essere, come ricordava Lacan, obiezione all’ontologia generalizzata che identifica legittimazione con esistenza, sogno nevrotico di risolvere così l’imbarazzo di assumere un modo di godere singolare, all’insegna dell’inutile e del senza ragione.
Rendere ragione del senza ragione, dire ciò che non si addice: ecco un altro modo di stare dalla parte dell’inconscio. Nessuna legge giuridica potrà rendere conto del rapporto tra soggetto e parola, rapporto oggi alterato dal ricorso sempre più spinto alla legge giuridica come assillo provocato dalla obliterazione di quella simbolica. Dalla parte dell’inconscio è la legge non scritta, di un debito simbolico che è vuoto di sapere, che è bordatura di una mancanza.
A partire dall’esperienza dell’inconscio cercheremo di essere presenti, di rendere presente una assenza, un posto vuoto che venga preservato dal riempimento di una tirannia del godimento. Ci saremo ovunque l’inconscio abbia bisogno di farsi sentire:
quindi, non potremo non esserci al Forum e al convegno di Torino, gli eventi da cui riparte la nuova lotta della Scuola per portare avanti la politica dell’enunciazione demassificata.
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