AVERE UN CORPO CHE PARLA
Emergenze del corpo nell'esperienza psicoanalitica
I
Cari Colleghi,
il XIII Convegno della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi ruoterà attorno
alla questione del corpo. Il corpo, chiaramente, preso a tema nei suoi
modi di manifestazione all'interno dell'esperienza psicoanalitica. E' la
prima volta che il corpo è assunto come focus tematico centrale in un
Convegno della nostra Scuola. Anche se è vero che, in fondo, nella
psicoanalisi non si parla di altro che di lui, e che in ogni nostro
convegno non facciamo altro che tentare di dire quanto avviene nel
nostro rapporto con lui. Rapporto misterioso, indica Lacan[1],
che non ha mai smesso di interrogare i pensatori, sia prima che dopo la
fondazione della scienza moderna, che con Cartesio ha introdotto la
demarcazione tra la sostanza pensante (res cogitans) e la sostanza estesa (res extensa),
la problematica del loro rapporto, e con essa tutte le aporie che la
caratterizzano e che giungono fino a noi in forma riaggiornata al
linguaggio dei nostri tempi.
Freud, dal canto suo, ha riscritto
questo mistero portando all'emergenza, con la scoperta dell'inconscio,
gli effetti plurimi che il linguaggio e la parola producono nel corpo
del soggetto in analisi. Effetti che a volte si producono alla
superficie del corpo, che si danno a vedere allo sguardo dell'Altro: è
il caso per esempio delle somatizzazioni isteriche e dei sintomi di
conversione. Talvolta l'effetto letale di una parola ricevuta dall'Altro
può avere il potere di scatenare tali risposte del corpo; così come
l'interpretazione analitica può giungere a lenirne gli effetti, a volte
perfino a dismetterne le manifestazioni. E' quanto sperimentava con
sorpresa il giovane Freud nel tempo della fondazione del discorso
analitico. A volte tali effetti letali non si danno a vedere allo
sguardo dell'Altro, non si mostrano alla superficie del corpo ma lo
affettano intimamente, s'insinuano nel funzionamento interno della
macchina corporea introducendo degli effetti di disfunzionamento che
vanno a rovescio rispetto ad una logica evolutiva.
Freud ci ha
mostrato con chiarezza che tali fenomeni corporei non sono affatto
riducibili a deficit funzionali o a disordini della condotta e della
cognizione, come si direbbe nel linguaggio che il DSM ha introdotto
nelle sue ultime tre edizioni, ma presentano nella forma della loro
manifestazione un'altra logica che affonda la sua radice nell'inconscio
dell'essere parlante. Logica che entra talvolta in rotta di collisione
con il funzionamento biologico del corpo e con il principio di
autoconservazione che lo sostiene, perché segue un altro principio di
funzionamento, che è al di là dl principio di piacere. Oppure, potremmo
dire con Jacques-Alain Miller riprendendo Lacan,, tali fenomeni sono
"eventi di corpo" che rientrano nel registro di un'altra biologia del
vivente, irriducibile al quadro della scienza biologica[2].
Tali effetti del linguaggio sul corpo a volte prendono dunque la forma
di effetti di senso; in altri casi quella di fenomeni fuori-senso.
Effetti di senso, che rivelano al soggetto analizzante la propria
divisione incarnata nel sintomo corporeo come formazione di compromesso,
come indicava Freud rispetto alle somatizzazioni isteriche, tra
l'orientamento egoico-adattativo del soggetto, l'azione mortificante del
superio e il suo desiderio inconscio. Effetti fuori senso, nei quali il
corpo è attraversato da un circuito di godimento, una scrittura
sintomatica che non veicola alcun messaggio ma reitera una soddisfazione
al di là del principio di piacere. E' questo l'enigma introdotto da
Freud con la sua svolta del '20 in Al di là del principio di piacere, che
Lacan riformulerà nella fase avanzata del suo insegnamento con la
nozione di godimento ripensata alla luce della centralità del reale. Ma è
anche ciò che Lacan ci indica radicalmente a proposito del fenomeno
psicosomatico[3],
cortocircuito libidico fuori-senso che si deposita e s'installa, come
evento di corpo fuori catena significante, incistamento olofrastico che
parassita una parte del corpo del soggetto.
Entrambi questi
aspetti, il senso inconscio con la soddisfazione che veicola
(godi-senso o godimento della parola) e il godimento del corpo al di là
del senso, riguardano l'essenza della scoperta di Freud ed il suo modo
inaudito di ripensare nella clinica psicoanalitica il funzionamento del
corpo. Pensare il corpo come pulsione (Trieb), come spinta
libidica irriducibile al bisogno e che si situa alla radice del
desiderio del soggetto, è la sovversione introdotta da Freud nel modo di
pensare il funzionamento del corpo dell'essere umano. Ciò che Lacan,
nel suo ultimo insegnamento, chiamerà "parlessere".
Lacan
s'interroga nell'arco di tutto il suo insegnamento sullo statuto del
corpo nel suo rapporto con la parola, che l'analista incontra attraverso
il sintomo che gli porta l'analizzante. Come è noto, in un primo tempo
la sua ricerca si focalizzerà sulla costituzione narcisistica del corpo,
sull'immagine del corpo e sul processo che conduce o meno un corpo in
frammenti a divenire un corpo organizzato in modo unitario. La teoria
dello stadio dello specchio, l'articolazione del rapporto tra l'io
ideale e l'Ideale dell'Io, ma insieme la messa in rilievo topologica
dell' statuto immaginario del corpo propria dell'ultimo insegnamento di
Lacan, contribuiscono ad articolare la dimensione immaginaria del corpo
nell'essere parlante. Tuttavia, se l'immaginario alimenta l'illusione
che il corpo si costituisca in un'unità armonica, Lacan fin da subito
non si esime dal mostrare, fin dalla sua teoria dello stadio dello
specchio, che l'effetto di unificazione gestaltica dell'immagine del
corpo, quando si produce, non cancella tuttavia la "discordia
primordiale" che abita l'intimità del corpo stesso, e che si sottrae al
campo della rappresentazione.
E' proprio dell'arte riuscire a
strappare qualcosa dall'oscurità di tale discordia primordiale per
inserirla nel quadro di una rappresentazione inedita. Qualcosa di questo
possiamo indubbiamente ritrovarlo nell'affiche del nostro Convegno e
nell'immagine che abbiamo scelto tra le opere dell'arte musiva di Felice
Nittolo, maestro ravennate del mosaico contemporaneo, per rappresentare
per noi il tema del corpo come dimensione vivente, che parla il
linguaggio della pulsione.
Questa discordia primordiale prende
infatti il nome freudiano di pulsione nell'insegnamento classico di
Lacan, spinta irrappresentabile che abita il corpo del soggetto e che
contiene al suo interno, la struttura della domanda inconscia: $ #D. In
questo processo di riduzione della pulsione che dinamizza il corpo alla
struttura della domanda, lo strutturalismo linguistico di Lacan
raggiunge il suo acme, ma anche il suo limite intrinseco. L'essenza
della pulsione infatti non si riduce alla struttura della domanda
inconscia, ma come Lacan mostrerà a partire dall'inizio degli anni '60,
la pulsione è anzitutto abitata dal reale del godimento, il corpo
pulsionale è non solo un corpo immaginario e simbolico, ma in primis è
un corpo libidico, caratterizzato da una propria modalità di godere. Per
questo Lacan, parlando del corpo non più solo come simbolico ma come
corpo vivente, introdurrà nel Seminario Ancora la formula del corpo come "sostanza godente"[4].
E' la struttura stessa dell'inconscio a venire riarticolata alla
radice, a partire dalla riformulazione che ne trasforma lo statuto, da
inconscio strutturato come un linguaggio a inconscio come sostanza
godente : "L'inconscio è che l'essere, parlando, gode, e, aggiungo, non vuole saperne di più"[5] .
Come ci ha ricordato Jacques-Alain Miller recentemente, non si tratterà
dell'ultima parola di Lacan al riguardo, poiché giungerà pochi anni
dopo, nello scritto "Joyce il sintomo"[6], a rinunciare alla nozione stessa di inconscio per preferirgli quella di parlessere (parletre)[7], marcando ulteriormente in tale passaggio la propria distanza da Freud.
Si tratterà, nel corso del nostro Convegno, di illuminare lo statuto
del corpo del parlessere, tenendo conto della complessità dei registri
implicati nel funzionamento del corpo, nel loro intreccio e nella loro
irriducibilità.
II
La scelta del tema di questo
Convegno della SLP vuole anche essere un contributo di lavoro e insieme
una preparazione della nostra comunità analitica italiana al X Congresso
dell'Associazione Mondiale di Psicoanalisi, che come sapete si terrà a
Rio de Janeiro nell'aprile 2016, ed avrà come tema:Il corpo parlante.Sull'inconscio nel XXI secolo[8].
L'accento che cercheremo di porre nel nostro Convegno sarà per un
versante sul corpo in quanto parlato, detto, fabbricato dalla parola e
dalla lingua dell'Altro. Si tratta del versante dell'alienazione nel
rapporto del corpo del parlessere con la lingua. Cercheremo di mettere a
fuoco però al contempo ed in particolare il movimento che nelle analisi
consente al corpo stesso di parlare una sua lingua propria, alla parola
del soggetto di entrare in gioco, alla singolarità dell'essere parlante
di affermarsi in un dire singolare che si radica nel corpo pulsionale.
E' questo il versante della separazione, o comunque si voglia della
soluzione soggettiva nel rapporto del corpo pulsionale con la lingua: il
versante dell'invenzione, in cui il corpo si fa parlante, luogo di
un'enunciazione propria. E' anche questo un modo per intendere il lavoro
dell'analisi: una soggettivazione radicale del proprio corpo, che in
questo stesso movimento giunge ad assumerne il quoziente di mistero e
di non senso, di estraneità, che è alla radice del suo modo di essere e
del suo funzionamento. E' quanto ci attendiamo di poter ascoltare in
particolare dalle testimonianze degli AE, chiamati a dire in questo
Convegno attorno a come è mutato per loro il rapporto con il proprio
corpo durante e dopo l'analisi, con la passe e dopo la passe.
Al
contempo, dedicheremo la nostra attenzione a trattare gli eventi di
corpo che l'esperienza analitica ci presenta nella nostra clinica, e che
costituiscono un terreno di sfida nella soglia somato-psichica in cui
la parola introduce effetti nel reale del corpo. Interrogheremo il corpo
dell'isterica nella clinica contemporanea, da un lato per smentire la
sua presunta scomparsa dichiarata dai fautori del DSM già da tempo;
dall'altro per provare a interrogarci sulle forme che l'isteria sta
assumendo oggi, e sulle metamorfosi del corpo e sintomi corporei che la
riguardano.
Al contempo c'interrogheremo, in un dialogo con la medicina,
sul corpo come luogo in cui alberga un sintomo problematico nella sua
decifrazione per l'l'eziologia medico-biologica, e che incontriamo in
analisi sia nella forma metaforica della somatizzazione che, non di
rado, nella forma ‘letterale' e olofrastica del fenomeno psicosomatico.
Daremo spazio anche al rapporto tra psicoanalisi ed arte, cercando di
mettere al lavoro la funzione del corpo come luogo d'invenzione,
attraverso la voce, il movimento, la messa in scena che il teatro rende
possibile. Ci sarà da stimolo per pensare al nostro tema del corpo
parlante a partire dall'esperienza del teatro in cui il corpo
dell'attore si offre come luogo di enunciazione.
Dopo avere
accennato ai temi che caratterizzeranno le sessioni plenarie del nostro
Convegno di Ravenna, qualche indicazione rispetto agli assi tematici
delle sale simultanee, per cui l'appello alle proposte d'intervento è
già stato lanciato sulla nostra lista elettronica SLP-Corriere. Come
tradizione ne abbiamo isolati tra da sottoporre all'attenzione di chi
vorrà inviare delle proposte, che, ricordiamo, perlopiù è preferibile si
riferiscano ad un caso clinico proprio alla pratica di chi interviene.
Il primo asse è: Eventi di corpo nel transfert.
Cosa accade quando il corpo entra in gioco in modo massiccio nella
cura, dal lato dell'analizzante ma a volte anche dal lato dell'analista,
attraverso la produzione di sintomi e fenomeni che interferiscono,
cortocircuitano, ma a volte costituiscono l'occasione di un passaggio
decisivo nell'esperienza del trattamento? Come leggerne lo statuto? Si
tratta di sintomi che funzionano metaforicamente, oppure di fenomeni che
prendono più la forma di risposte del reale fuori-senso? E' questo lo
scenario che vorremmo fosse interrogato all'interno di questo asse
tematico grazie ai contributi che giungeranno.
Il secondo asse è: Usi pornografici del corpo. Quali
funzioni esercita la pornografia nell'economia libidica contemporanea,
alla luce di quanto emerge dal discorso degli analizzanti che vi
ricorrono? Cosa caratterizza i godimenti legati alla fruizione
compulsiva di materiale pornografico, che sono tra le vie al godimento
più diffuse e di più facile accesso, come ha messo in rilievo
Jacques-Alain Miller di recente[9],
nel mondo contemporaneo grazie alla rete di internet? Possiamo pensare
alla pornografia come ad una declinazione, come suggerisce il filosofo
Han[10],
dell'imperativo superegoico della trasparenza, in cui tutto
nell'esperienza, anche nel rapporto sessuale, deve essere pienamente
visibile? Quali rettifiche in analisi è possibile operare da parte del
soggetto a questo imperativo di godimento così pervasivo? Raccogliamo
qui l'invito di Miller a contribuire all'elaborazione di una clinica
della pornografia.
In terzo asse infine è:Il corpo nell'immaginario e nel reale. Che
rapporto esiste tra l'immagine del proprio corpo e il godimento che lo
abita? Cosa accade quando il secondo entra in rotta di collisione con la
prima o viceversa, per esempio nella clinica del passaggio puberale in
adolescenza? Come trattare in analisi l'emergenza di tale discordia tra
il registro narcisistico ed il reale della pulsione? Quali vie
nell'analisi la parola può seguire per riannodare tra loro l'immaginario
ed il reale nell'esperienza che il soggetto ha del proprio corpo? Come
operare sull'emergenza di tale disarmonia, che per noi non si riduce
affatto semplicemente ad un deficit ma riecheggia una discordia
primordiale nel rapporto del soggetto con la propria immagine del corpo?
I vostri contributi e la disciplina della presentazione e della
discussione dei casi clinici ci insegneranno al riguardo.
Non mi resta dunque che sollecitare quanti lo vorranno a inviarci
proposte d'intervento entro il 31 gennaio (a Raffaele Calabria: rcalabria@racine.ra.it), ed invitarvi tutti a Ravenna a partecipare dal vivo al XIII Convegno della SLP sabato 30 e domenica 31 maggio di quest'anno!
[2]J.-A. Miller, "Biologia lacaniana ed eventi di corpo", La Psicoanalisi, n. 28 (Il corpo), luglio-dicembre 2000, pp. 14-100.
[3]J. Lacan, Conferenza su "Il sintomo e il fenomeno psicosomatico", La Psicoanalisi, n. 2 (Il sintomo e il fenomeno psicosomatico), ottobre 1987. Nello stesso numero vedere, di Jacques-Alain Miller, "Riflessioni sul fenomeno psicosomatico".
[4]J. Lacan, Il Seminario. Libro XX. Ancora. 1972-1973, Einaudi, Torino 2012, pp. 22-23.
[5]J. Lacan, Il Seminario. Libro XX. Ancora, cit. p. 98.
[6]J. Lacan, "Joyce il sintomo", in Altri scritti, Einaudi, Torino 2013, p. 558.
[7]J.-A. Miller, L'inconscio e il corpo parlante. Conferenza
di chiusura del IX Congresso dell'Associazione Mondiale di
Psicoanalisi, il 17 aprile 2014 a Parigi, come presentazione del X
Congresso dell'AMP che si terrà a Rio de Janeiro dal 25 al 28 aprile
2016.
[8]Vedere al riguardo la presentazione del
Congresso AMP di Rio "L'inconscio e il corpo parlante" da parte del suo
direttore Marcus André Vieira su www.wapol.org.
[9]J.-A. Miller, "L'inconscio e il corpo parlante", cit., pp. 1-3.
[10]B.-Ch. Han, La società della trasparenza, Nottetempo, Roma 2014, pp. 26-9, 39-51.
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