19 de setembro de 2011

LQ n. 11 - italiano

Traduzione: Laura Freni, Fabio Galimberti,

Revisione: Maria Teresa Dolfin, Brigitte Laffay

VENERDÌ 2 SETTEMBRE 2011 h 23

NUMERO11

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“Lacan spassionato”, di Anaëlle Lebovits-Quenehen

Il Dibattito sull’Autismo è lanciato da Kristell Jeannot

L’AMP riconosciuta dall’ONU come ONG

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LACAN QUOTIDIANO

Non sarei mancato a un Seminario

per nulla al mondo — PHILIPPE SOLLERS

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Diamo qui la parola a un “ricercatore indipendente”, secondo l’espressione di Éric Laurent, sperando di ricevere un testo della stessa lunghezza dal nostro collega Jean Allouch.

Eric Laurent

Applicazione del protocollo PROSEMA®

al Magazine Littéraire

Un ricercatore indipendente testa il nuovo metodo

di analisi delle torsioni testuali

Il «rientro lacaniano» è un sintagma difficile da rendere in americano, osserva Maria Cristina Aguirre, salvata dalle acque. Per superare questo ostacolo alla globalizzazione di LQ, propongo «Lacan’s event». Altri faranno meglio.

Un nuovo oggetto appare sul radar. È il «Magazine Littéraire». Sulla copertina si parla di una «inchiesta» dal titolo «Che cosa resta di Lacan?». Una volta aperto il Magazine, l’inchiesta si riduce ad un articolo di Jean Allouch e ad una serie di inserti che menzionano libri scritti da o su Lacan.

Le pubblicazioni del rientro sono in onore di, così come la serie di piccoli volumi pubblicati da Seuil nella collana «Paradossi di Lacan», vedremo perché. Quanto ai libri su Lacan, la scelta è certamente fatta da Jean Allouch, se si considera il gruppo di libri inclusi. Bisogna aggiungere che un Colloquio è annunciato e uno solo: le Journées de l’Ecole de la cause freudienne insieme al titolo «prassi lacaniana della psicoanalisi».

L’articolo di Jean Allouch presenta i paradossi sorprendenti ai quali ci ha abituati nel corso delle sue riflessioni su Lacan. L’opposizione centrale che mantiene per avanzare in mezzo a vari contrattacchi è più strana. D’altronde è ripesa dalla Redazione del Magazine nel titolo: «Lacan, analista o maestro spirituale?». Credevamo Lacan un analista, pensavamo male, perché non è possibile essere un analista. Credevamo ci fosse un insegnamento di Lacan, «Malinteso: era un maestro spirituale a parlare». Cogliamo bene il malinteso che ci sarebbe nel ridurre Lacan ad un «insegnamento» universitario, e il beneficio che dà riportarsi a «Lacan maestro». Tuttavia non rischiamo una confusione mentale nel maneggiare l’aggettivo «spirituale»? D’accordo, Thomas Mann aveva detto più o meno questo di Freud. Ma non è sicuro che renderebbe più chiare le cose.

Per lo spirituale, si può, con Prosema®, pensare che la corrente principale della scuola spirituale francese è rappresentata al meglio da Alphonse Allais. Mi sembra un azzardo sostenere da una parte che maestro spirituale è chi come Freud si sarebbe occupato di una «storia dello spirito», Geist, e dall’altra parte che le invenzioni di Lacan come «il grande Altro» non riguardassero «che lui». Il maestro spirituale si rivelerebbe al meglio nelle conferenze raccolte nella collana dei «paradossi» perché Lacan lì parla ai Cattolici, e ad altri, di cose spirituali. È ciò che permetterebbe di illuminare in modo nuovo l’insegnamento dei Seminari. Queste cose non erano già trattate nei Seminari e negli Scritti? Si rimane a bocca asciutta, e nota l’autore: «Si coglie male in occidente che cosa distingue un maestro spirituale da un maestro del pensiero». Rimango, nei confronti degli «esercizi spirituali» laici proposti da Allouch, con la stessa riserva che ho nei confronti delle proposte di Sloterdijk di esercizi di questo tipo come rimedio allo smarrimento della nostra civiltà.

Ma lasciamo stare queste differenze che potrebbero dare luogo a discussioni come quelle avute durante le giornate sulla «psicoanalisi al plurale». L’essenziale mi sembra essere che il dossier del Magazine ha la stessa struttura del dispositivo del Monde des livres o del Philosophie Magazine, inizialmente rilevato da Patachon Valdes e poi sviluppato da Lilia Mahjoub per il Monde des livres.

I «paradossi di Lacan», i Seminari, tutto appare in fine scritto dallo spirito dell’epoca, in un’operazione magica nella quale ogni autore è scomparso.

Eccoci in una nuova definizione dello Zeitgeist. Prosema® sarà contento. Ecco un dispositivo automatico, spirituale o no, che scrive, stabilisce, fa delle cose, raddrizza, chiarisce gli equivoci ecc., il tutto restando perfettamente anonimo. Che trionfo postumo per Bourbaki. Non c’è più bisogno di sforzi supplementari, alla fine ci siamo arrivati.

Lungo gli anni dunque, le discussioni più strane, i rimproveri più virulenti, le degradazioni più radicali delle valutazioni di chi stabiliva i testi, si verificavano ad ogni pubblicazione di un testo di Lacan. Adesso che questa fenomenologia dello spirito è alle nostre spalle, adesso che il consenso è stabilito e che le tre A sembrano raggiunte, allora è come per il sapere assoluto: fine della storia e dei nomi. Basta JAM, pff!

Se credessimo ad una teoria del complotto, penseremmo che le nostre riviste culturali si sono messe d’accordo. Dato che non si campa con questa teoria della storia, eccoci ricondotti a Prosema. È ad incastro. «Prosema®» deve descrivere gli effetti di Prosema®.

I dispositivi formali hanno delle proprietà stupefacenti. Alain Connes domenica spiegava, su France Culture, che i matematici, lungi dall’essere un branca della fisica, considerano la fisica come una sottoregione del loro impero. Dobbiamo avere a che fare con un effetto di quest’ordine nella materialità di questa cancellazione.

Non sto dicendo – ma non sarebbe impossibile – che per la comunità mediatica il chiasso o il silenzio non sono altro che le due facce di una stessa moneta che si spaccia nella tribù. È una soluzione verso la quale si orienta Lilia Mahjoub. Spero di aver apportato delle indicazioni che vanno nello stesso senso. Ad ogni modo, «Prosema®» continua l’inchiesta, quali che siano i danni.

~GEMME ~~

ANAËLLE LEBOVITS-QUENEHEN. Lacan spassionato. Apparso oggi in libreria, il Lacan, envers et contre tout di Élisabeth Roudinesco è un libro ben scritto, chiaro, che si legge facilmente. Oltre a una citazione di Louis Althusser, l’autrice ha messo in esergo una citazione di Lacan: «Guardate il mio Televisione. Sono un clown. Prendete esempio da lì e non imitatemi!». A dire il vero, Élisabeth Roudinesco tanto non imita Lacan quanto non prende esempio da lui.

Apre il suo testo riconoscendo che lei aveva già immaginato che i suoi lavori avrebbero tolto passionalità ai dibattiti intorno al grande uomo. Riconosce la sua ingenuità, ma si capisce che il suo ideale risiede in questo, nella volontà di togliere passionalità a ciò che per sua natura non può che suscitare passione.

In effetti, al di là dell’uomo che è stato Lacan, la sua tensione permanente verso il reale suscita e susciterà sempre – finché sarà percepita – la passione, sia che questa passione prenda la forma della passione dell’ignoranza o della passione dell’impossibile a sapere – passioni antagoniste se ce ne fossero. Dunque in quest’opera niente di troppo appassionato all’indirizzo di Lacan. Tuttavia è presentato come un libertino. Niente di troppo appassionato, salvo che…

Due annotazioni di dettaglio – ma è lì che il diavolo preferisce stare, secondo il proverbio – attirano l’attenzione. La prima è a pagina 77. «Declamato, trascritto, stabilito o registrato, il Seminario di Lacan fu, per un quarto di secolo…». Questa formulazione mette sullo stesso piano quattro participi passati il cui senso è tuttavia decisamente diverso. Il Seminario era declamato da Lacan in persona; era trascritto e registrato da coloro che si autorizzavano a farlo; è stabilito dal 1973 da Jacques-Alain Miller, designato a farlo da Lacan. La lettera, nel senso materiale del termine, testimonia di questa differenza. Quando si tratta del Seminario declamato, trascritto e registrato il termine «Seminario» si scrive in carattere tondo, detto romano; quando si tratta del Seminario stabilito, la tipografia esige il corsivo.

La seconda annotazione si trova nel penultimo paragrafo del libro, pagina 175: «Lacan morì sotto falso nome il 9 settembre 1981[…]. Malgrado avesse desiderato un funerale cattolico, fu seppellito senza cerimonia e nell’intimità del cimitero di Guitrancourt.

Capite bene: il tradimento cominciò subito dopo la sua morte, quando si dovette seppellire le spoglie di Lacan, le sue ultime volontà non furono rispettate dagli aventi-diritto. Là risiede la passione dell’autrice, perché l’accusa è grave. Non mira a Lacan in persona, ma a coloro cui si era affidato. Dove aveva la testa? Restiamo con questo interrogativo.

~Dibattito sull’autismo ~~

Kristell Jeannot

con Jean—Claude Maleval e Judith Miller

Kristell Jeannot apre il Dibattito degli Autistici e lancia un allarme: durante l’estate alle istituzioni e ai professionisti dell’infanzia e della salute è stato inviato un questionario che chiedeva loro di pronunciarsi su una guida di “buona pratica” riguardante l’ “autismo e altri disturbi ad esordio durante lo sviluppo” …

Le informazioni, reazioni, proposte che susciteranno questo dibattito devono essere inviate a LQ-Débat Des Autistes.

Il ritorno della clinica dei “comportamenti-problemi”

All’inizio del mese di Luglio 2011, le istituzioni che accolgono bambini “autistici e con altri disturbi ad esordio durante lo sviluppo (TED)” hanno ricevuto una Guida di raccomandazioni di buona pratica intitolata:

“Autismo e altri disturbi ad esordio durante lo sviluppo, interventi educativi e terapeutici coordinati per il bambino e l’adolescente”.

Questo “documento preparatorio” di cinquanta pagine, finanziato con fondi pubblici, è stato richiesto dalla Direzione Generale della Sanità (DGS) e dalla Direzione Generale della coesione sociale (DGCS) nel quadro della misura 9 del Piano Autismo 2008-2010. E’stato realizzato dall’Alta autorità di Sanità (HAS) e dall’Agenzia nazionale di valutazione e della qualità degli istituti e dei servizi sociali e socio-medicali (ANESM).

Le raccomandazioni che vi sono descritte si ordinano a partire da teorie cognitivo-comportamentali. Vi sono trattate tutte le maniere di essere di un bambino autistico, non come modi di espressione, addirittura come tracce del loro modo di fare con il reale – o di non saperci fare, con la necessità di un accompagnamento verso delle invenzioni, dei fai da te operanti – ma come dei “comportamenti-problemi” da sradicare, per non turbare l’ordine normativo, tramite i mezzi repressivi disponibili: farmaci, tecniche psico-educative comportamentali, luoghi di isolamento.

Sicuramente la vetrina della guida è piena di buone intenzioni: migliorare le pratiche attraverso la valutazione dei bisogni e delle capacità del bambino e della sua famiglia, permettere ai professionisti di valutare la loro pratica, mettendo a disposizione degli strumenti a questo scopo.

Anche se questa guida è presentata come un lavoro preparatorio, c’è da temere che questa guidance faccia scivolare i prossimi anni verso una direttiva riguardo a certe formulazioni contorte. Abbiamo tempo fino al 9 settembre per rispondere a un questionario ritenuto in grado di valutare la pertinenza del contenuto della guida, cioè di ciò che vi è raccomandato. – scala di valutazione e zone di testo libero. Utilizzo il “noi” ma solo le istituzioni e le associazioni sono invitate a rispondere al questionario, anche se le libere professioni – e dunque gli psicoanalisti e gli psicologi orientati dalla psicoanalisi – sono esplicitamente citate come coinvolte: “le raccomandazioni (…) riguardano tutti i settori di esercizio dei professionisti (libera professione (…)”.

Rinvio alle pagine 26 e seguenti della guida per venire a conoscenza di come sia considerato l’orientamento psicoanalitico e per vedere quali tecniche siano consigliate.

L’orientamento psicoanalitico non deve allinearsi nelle caselle del questionario realizzato da esperti che ignorano il valore della clinica del soggetto. Comunque, non conviene denunciare ciò che appare in questo documento? Per adesso, la psicoanalisi è sul banco degli accusati. Allo “stato attuale delle conoscenze”, i cosiddetti esperti non ne riconoscono la pertinenza dell’approccio, cosa che, alla fine, potrebbe slittare verso la conclusione raccomandata per altri approcci: “E’ raccomandato di non utilizzarli più”.

Senza andare così lontano: il rapporto raccomanda inoltre, la somministrazione di test regolari. Davanti al mio rifiuto di tale pratica mi sono già vista rispondere che se non volevo somministrare i test non dovevo lavorare in istituzione. Come non denunciare questo rapporto che esalta queste pratiche sterili, peggio nefaste, proprio per il bambino?

Penso, per quanto mi riguarda, che l’ideale sarebbe di non rispondere al questionario direttamente, di rifiutare di costringere il nostro pensiero nelle loro caselline, ma di rispondervi mobilitandosi e denunciando i punti di questo documento che violano l’etica difesa dalla psicoanalisi e, in modo più pragmatico, violano il rispetto di questi bambini, di questi soggetti che si preferisce precludere nella loro propria identità, a beneficio della norma del ben vivere in società. Ma questa rimane una ipotesi. Sarei felice di leggere altre riflessioni, affinché ciò possa sostenere il modo in cui io concepisco questa “guida di raccomandazione” e, forse, condurre a una presa di posizione comune di fronte ad essa, o quanto meno a uno scambio di idee. KJ

Per avere informazioni sulla guida e il questionario:

Guida di raccomandazione di buona pratica – autismo e altre TED, interventi educativi e terapeutici coordinati per il bambino e l’adolescente:

http://www.has-sante.fr/portail/upload/docs/application/pdf/2011--

07/09r18_recommandations_gl.pdf

Questionario: Consultazione pubblica - Autismo e altri disturbi ad esordio nello sviluppo:

http://consultation.hassante.fr/autisme_6dh/Autisme.htm

~Calendario ~~

Il rientro sarà lacaniano. L’ECF organizza una tavola rotonda e dibattito con il pubblico.

Martedì 6 settembre alle 21.00 fino alle 23.00 al Pullman Montparnasse, rue du Commandant Mouchotte 19, Parigi 14°.

La questione che sarà dibattuta:

Trent’anni dopo la morte di Lacan, quale politica e quale strategia per il pianeta psy?

Tavola rotonda animata da Martin Quenehen, produttore a France culture, con la partecipazione di Jacques-Alain Miller.

LACAN QUOTIDIEN ne renderà conto accuratamente.

~ Corriere delle lettrici ~~

(e anche dei lettori, naturalmente)

Rubrica diretta da Anne Poumellec

con Jacques-Alain Miller

Valentine Dechambre. “Se c’è stato qualcuno che non era portato ad autodistruggersi era proprio Lacan”, afferma Jacques-Alain Miller nell’interview che ha rilasciato lo scorso 10 agosto a France culture. Questa parola suona come una risposta incomparabile a coloro che non si privano, ne si priveranno di voler distruggere l’opera di Lacan, non avendovi preso gusto, o ancor di più non avendo l’ardore sufficiente per invitarsi al banchetto di colui che sospirava: “più si è santi, più si ride”. L’ardore di Lacan si intende in questa voce senza pari del seminario, le sue sottili modulazioni, supporto di un insegnamento che va sviluppandosi. Questo modo di dare corpo alla parola è al giorno d’oggi la bussola vivente degli analisti che lo seguono.

Christophe Delcourt. L’ALP si risveglia. Tanto meglio! Mi piace che del micio di Carroll voi vi facciate Cyrano. Spadaccino indomito e innamorato ingiusto. Alla fine dell’invio, io tocco! Schneider? Testo di una scialba tetraggine che sa di zitellone e naftalina. Ne ho abbastanza di difendere il mio viaggio da Lacan contro le nullità di cattiva fede… Le Point, alla moda Dukan[1] della people estiva, magra e scervellata. Giro la pagina, vi leggo, gli estratti… E’ tutto? Brutti maiali…. Mi ritornano in mente i miei rudimenti di dialettica: non si discute con una carriola, la si spinge. Un pensiero per i maestri di Aïkido. Per fortuna c’è Lacan Quotidiano, anche se non ho capito niente di Proséma.

La Busta Sorpresa

Nina Vézer des Silves, con Francis Donovan,

Nicolas Francion, Lili Gracianesco e Patachón Valdès

Pamarès l’Express/Tite-Live dal 22 al 28 agosto

Un tandem Murakami-Lacan per il palmarès

Pubblicato il 01/09/2011 alle 17.30

Uno scrittore giapponese vivente e uno psicoanalista francese defunto fanno un rientro rilevato nel palmarès de l’Express. Nella sezione documenti e saggi, lo psicoanalista Jacques Lacan, celebrato dall’edizione per i trent’anni dalla sua scomparsa, realizza anche lui un doppio sfondamento, al 4° e all’8° posto per Je parle aux murs (Seuil) e il suo famoso Seminario…(Seuil), circa 1500 copie per ciascun titolo: una prodezza per delle opere difficili. Emmanuel Hecht (L’Express)

L’indovinello: Fernando ha inviato al Corriere questa foto che mostra Lou-Andréas Salomeé con un frustino, mentre Nietzsche e Paul Rée tirano il suo carretto. Vi ha ravvisato dei personaggi che furono vicini a Lacan: Piera Aulagnier, che tiene sotto la sua bacchetta gli psicoanalisti Perrier e Valabréga. A quali personaggi della storia passata o contemporanea vi fa pensare questa fotografia? La migliore risposta, la più spiritosa, sarà ricompensata con…? Non si sa ancora, si vedrà.

~Gli indiscreti ~~ Niente. Caro LACAN QUOTIDIANO, siamo discreti. DIS-CRET. Non parliamo dei legami che uniscono il presidente di una grande casa editrice che pubblica Lacan e una delle sue autrici, che “disappassiona” da Lacan a tutta forza e si prodiga per farlo entrare nel Panteon dell’Umanità, alla Auguste Comte, tra i due ladroni. E Lacan si dibatte e dice: “No, no, no, non mangio di questo pane.”

Ecco il trafiletto che si trova a pagina 32 in basso, in una colonna intitolata “IN BREVE”; questa pagina è dedicata alla Radio. Quaderno incluso in Le Monde, 28 agosto-29 agosto 2011.- Invio: Lilia Mahjoub.

“Tutto su Lacan. In occasione del trentesimo anniversario della morte di Jacques Lacan (1901-1981), France Culture, in collaborazione con l’Ecole normale supérieure (ENS) propone una trasmissione speciale alle 14.00. Virginie Bloch-Lainé accoglie gli psicoanalisti Patrick Guyomard, Michel Plon e Monique David-Ménard. Si ascolterà anche la voce di Lacan.”

Lacan Quotidien pubblicato da Navarin editore

PRESIDENTE eve miller-rose eve.navarin.@gmail.com

EDITRICE anne poumellec annedg@wanadoo.fr

DESIGNERS viktor&william francboizel

vwfcbzl@gmail.com

PHOTO anna mallet

Lacan Quotidien pubblicherà nei suoi prossimi numeri

Raphaël Sorin editore e giornalista emerito, ha autorizzato la ripubblicazione su Lacan Quotidiano del suo blog dello scorso 27 luglio, dedicato a quel che egli ha definito la “vitrificazione del rientro letterario”. Sorin si aggiunge ai rivoltosi de l’ile de Ré, di cui è una figura di spicco.

Lacan Quotidien ultime novità e scoop

Eric Laurent alle 13.30. Il Gong della NGO branca delle nazioni Unite

Nel giorno in cui il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon è a Parigi per la Conferenza dei paesi “amici” della Libia, l’ex Segretario della AMP, Gil Caroz, apprende che il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), nel corso della Seduta ordinaria (substantive session) di Luglio 2011, ha seguito la raccomandazione del Comitato delle Organizzazioni non governative e ha concesso lo statuto di Consulente speciale alla AMP.

Questo statuto permette alla AMP di designare dei rappresentanti ufficiali presso le sedi delle Nazioni Unite a New York, Ginevra e Vienna. Essi possono partecipare come osservatori ai lavori che riguardano il nostro pianeta psy e, secondo certe condizioni, farsi ascoltare.

E’ la conclusione di un processo incardinato quattro anni e mezzo fa, nel febbraio del 2007. Il congresso dell’AMP dell’aprile 2008, in questa prospettiva, ha modificato gli statuti e le procedure dell’AMP. Il dossier di candidatura è stato messo a punto approfittando dell’esperienza dell’ECF che aveva aperto la strada. E’stato appoggiato a NYC tramite i contatti del nostro incaricato per le missioni internazionali, Agnès Aflalo.

All’epoca della permutazione dell’aprile 2010 non avevamo risposta. L’AMP decide di proseguire. Nel giugno 2010 il Comitato ONG dà il via libera affinché il dossier sia presentato alla riunione dell’ECOSOC nel luglio 2011.

La lettera è dunque giunta a destinazione.

Su ciò che vuol dire questa espressione si veda JAM in LQ.

Eric Laurent, ex presidente dell’AMP

Agnès Aflalo. Alle 18.10. L’elogio del tradimento in Le Monde des Livres

Come sarà le Monde des Livres della prossima settimana ? E’ ancora un mistero. Non una parola su Lacan in questo numero. Ma la quarta di copertina è dedicata all’attualità inevitabile del rientro: una nostra vecchia conoscenza, Michel Schneider…. Josyane Savigneau firma un articolo di una intera pagina sul suo ultimo libro, Comme une ombre. Un sottotitolo fa l’elogio del tradimento. “Il tradimento, (…) è il cuore dell’amore”.

Jacques-Alain Miller ci ha annunciato il prossimo invio del suo “Algoritmico”. Ci ha comunicato che non parteciperà alla newsletter durante i prossimi 7 giorni, al fine di: trascorrere il week-end al mare; completare qualche lavoro di scrittura; rientrare in piena forma a Parigi nella giornata di lunedì; guardare il film di Gérard Miller lunedì sera in televisione; partecipare alla tavola rotonda dell’ECF martedì sera, rispondendo alle domande di Martin Quenehen; e cercare di forzare quel che egli chiama la “quarantena mediatica” che mira a fare di lui “l’uomo invisibile” del seminario di Lacan, ormai considerato classico, e inscritto nel Patrimonio dell’Umanità. “Per adesso, parlo ai muri, afferma,Sono sempre sotto embargo, e con me, il nostro bebè di queste ultime settimane, LACAN QUOTIDIANO. Ma sento che con una buona spallata supplementare, senza dimenticare le trombe, Gerico sta per cadere. Il conto alla rovescia è cominciato. Tic tac tic tac…”. 19h.50

Deborah Gutermann d.gutermann@gmail.com

La luce era spenta. 20.05

“Nel regno dei ciechi, nessuno è re”. Un titolo di articolo che annuncia il tono di Monde des Livres del 1° settembre.

Il numero si apre sul ritratto di un mercenario ucraino. Si sofferma su Michel Schneider, che confida, alla fine dell’articolo dal titolo – “Tu il fratello che ho veramente avuto” – respira la canzone francese: “La donna della mia vita, sarà quella che non avrei dovuto incontrare”.

Le Monde des Livres di questa settimana ama il dramma realista, i mascalzoni e i ragazzacci. L’exit di Lacan, citato una volta, in una recensione della signora Roudinesco sull’accoglienza della psicoanalisi da parte dei cattolici. Tra il cantore di una “medicina mentale d’ispirazione cristiana” che fa la carità con la dinamite, e colui che è conosciuto per aver organizzato una terapia di gruppo con 60 monaci messicani, spunta il nome di Lacan, “preoccupato di conquistare i Gesuiti”.

La seconda recensione invita a scoprire gli scritti di Bowlby che - è un dettaglio – aveva la convinzione che il “comportamento umano fosse simile a quello degli animali”. Non è grave. Buon viaggio nel paese di Walden Two.

Il quaderno di Libération, che non cita la VITA DI LACAN di Jacques-Alain Miller e fa di Jean-Claude Milner “il più lacaniano” degli intellettuali di rue d’Ulm, dedica un articolo di 6 colonne a Lacan. Delle spiegazioni per i beoti prima che la mannaia cada sul reazionario “ossessionato dalla sparizione dell’autorità paterna”. E tre riferimenti bibliografici: la menzione anonima nel centro del testo sulla pubblicazione del nuovo seminario “dal titolo caricaturalmente lacaniano”, e di un “opuscolo”. Infine, il “saggio” della regina della notte: “storica della psicoanalisi e autrice della biografia di riferimento di Lacan”.

Fine del numero 11



[1] Si riferisce alla dieta Dukan, molto nota in Francia (n.d.t.)





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