Forum SLP
Lacan lettore delle crisi
La commemorazione del trentennale dalla morte di Jacques Lacan ha scandito la ripresa delle nostre attività. L’hanno accompagnata numerosi sommovimenti, dichiarazioni calunniose contro chi ne costituisce l’eredità militante, Judith Miller, una campagna giornalistica polemica e misconoscente verso Jacques-Alain Miller, verso il suo lavoro che ci ha consentito di poter accedere alla lettura dei Seminari di Lacan e di venire guidati a poter cogliere al meglio la vera portata del suo insegnamento. Inoltre il brutale e immotivato arresto di Rafah Nached, voce singolare di un risveglio che solo la psicoanalisi può produrre in modo radicale contro le inerzie e i bavagli uniformizzanti del mondo politico e culturale.
Tutto questo dimostra quanto questa commemorazione testimoni di una vitalità della psicoanalisi della quale siamo debitori a Jacques Lacan. Senza di lui la psicoanalisi avrebbe progressivamente edificato il proprio, più o meno sontuoso, mausoleo, dalla “società di mutua assistenza contro il discorso analitico” la famosa SAMCDA, alla “omologazione” ante litteram delle società di conservazione di una dottrina, quali le istituzioni psiconalitiche postfreudiane soffocate dalla burocrazia di una formazione per accumulo di sapere.
Dobbiamo alla figura di Jacques Lacan la sopravvivenza della psicoanalisi, la sua concezione rinnovata della psicoanalisi non tanto e non solo come strumento di interpretazione della realtà, ma come strumento di lettura delle crisi, dei disagi della civiltà che attraversano il mondo contemporaneo, delle impasse dei ritorni del rimosso irridenti alle misere manovre della presa di coscienza.
E’ grazie al concetto di reale, della sua resistenza alla simbolizzazione, al concetto di superio come spinta sfrenata al godimento, alla nozione di sinthomo come nuova assunzione del proprio singolare godimento che Lacan ha prolungato la vita della psicoanalisi, anzi, l’ha riportata a nuova vita. Ai quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, tutti di matrice freudiana, cui Lacan ha modestamente dedicato il suo XI° Seminario, egli ne ha aggiunti ben altri, rendendo così possibile alla psicoanalisi una interlocuzione prima sconosciuta con il mondo intellettuale, culturale, oltre che naturalmente quello clinico, che lo è stato da sempre. Oggi gli intellettuali, laici e cattolici, i sociologi, gli economisti, come ne ascolteremo al nostro Forum il 22 ottobre, è anche con il pensiero lacaniano che si confrontano, in quanto il suo apporto spicca nel XX secolo ed è capace di mobilitare un dibattito di grande rilevanza culturale, su scala internazionale.
Questo comporta naturalmente, come abbiamo visto in questi giorni, che, in parallelo alla unicità della sua figura come rinnovatore della psicoanalisi, si mantengano e anzi crescano di ferocia le spinte al misconoscimento del suo apporto alla cultura del novecento e oltre, diciamo noi, che su questo terremo come AMP un Congresso Internazionale a Buenos Aires, nell’aprile 2012, sull’ordine simbolico nel XXI secolo.
Le attività dell’SLP di quest’anno, di cui vi ho dato promemoria sulla nostra lista, tengono conto tutte quante di questo, a questo si inspirano, alla profonda capacità di lettura, nonché al profondo rimaneggiamento della clinica e della teoria dell’atto psicoanalitico che ne deriva, dell’insegnamento di Lacan.
Il Forum che si terrà a Milano, il 22 ottobre, sarà l’occasione per noi di una effettiva interlocuzione con personalità, studiosi, di altre discipline. La scommessa di questo appuntamento è quella di testimoniare, ciascuno a suo modo, per quanto riguarda la nostra comunità, del senso profondo e allargato con cui possiamo intendere, grazie a Jacques Lacan, la/le crisi nel contemporaneo. Infatti oggi non basta più, come dicevo, portare alla coscienza il trauma o il rimosso, sublimare nella spiegazione edipica le angosce che in essa affondano, ma che da essa travalicano, per investire una dimensione al di là dell’Edipo; quest’ultima è, infatti, ingestibile senza la presa in conto di un godimento che può ottundere la propulsione del desiderio individuale quando non è passato al setaccio di una esperienza diretta, soggettiva, dell’inconscio-sorpresa, luogo di verità e non puramente di sapere.
E’ dunque aperto il dibattito on line sul tema del Forum e sulla lettura lacaniana della crisi. Invito tutti a contribuire a questo dibattito preparatorio includendo osservazioni, riflessioni, sulla figura di Jacques Lacan e sul suo contributo alla sopravvivenza della psicoanalisi nel secolo XX, XXI e anche dopo…
Un ringraziamento particolare va ai numerosi colleghi (di cui potete leggere i nomi in testa ad ogni numero in italiano editato) che hanno dedicato i loro sforzi e la loro passione di traduzione (nata in effetti con la psicoanalisi..) alla realizzazione della rivista on line Lacan Quotidien in italiano. Alcuni numeri sono già apparsi, altri sono in corso di completamento, nell’intenzione di farne apparire il maggior numero possibile. Li potete trovare, dopo la loro pubblicazione su SLP Corriere, sul sito dell’AMP. Grazie a Maria Laura Tkach, nuovo AE della SLP, che ascolteremo a Roma per l’insegnamento degli AE il 3 dicembre prossimo insieme a Paola Bolgiani e Sergio Caretto, per il suo lavoro di coordinamento del Comitato di traduzione. Il lavoro di traduzione in tempo quasi reale dei comunicati giunti dalle altre liste, che si è aggiunto alle traduzioni di LQ, è stato possibile grazie a questo lavoro.
I testi per il dibattito on line vanno indirizzati alla sottoscritta:
specificandone così l’oggetto: “FORUM”
Un caro saluto
Paola Francesconi
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